Come il coronavirus cambierà (praticamente) le nostre vite

No, non si può certo dire che il mondo abbia ritrovato una sua dimensione di normalità. Quello che spaventa una buona parte di popolazione, e che invece molte altre persone non hanno ancora davvero preso in considerazione o realmente accettato, è però il fatto che forse quella normalità non tornerà più. Sarà modificata, condizionata in ogni suo aspetto; oppure completamente stravolta.

È questo il probabile futuro che aspetta l’intera umanità in un futuro prossimo, ovvero il periodo successivo alla pandemia di Coronavirus. Questo nuovo virus arrivato dalla Cina sta tenendo sotto scacco la maggior parte delle nazioni mondiali: negli ultimi due mesi in molte hanno dovuto agire come l’Italia, mettendo in pratica un lockdown forzato frutto della necessaria quarantena.

Adesso le misure di controllo ed i limiti da rispettare si stanno lentamente e progressivamente allargando o addolcendo. Ma in uno scenario a noi vicino non si profila comunque un ritorno alla vita precedente in tutto e per tutto. Anzi, alcuni aspetti di quest’ultima potrebbero davvero non tornare più. Vediamo allora quali potranno essere le conseguenze di questa situazione: come il Coronavirus cambierà le nostre vite in maniera pratica.

Una lunga serie di cambiamenti

È difficile provare a toccare e riassumere in poche righe tutti gli ambiti che dall’attuale situazione usciranno modificati in maniera inevitabile. Sicuramente lo scenario che si profilerà di fronte ai nostri occhi una volta messa alle spalle questa pandemia non ha precedenti nell’ultimo secolo, e dunque ci troveremo davanti a qualcosa di davvero inedito e mai affrontato da nessuno.

Un aspetto primario da considerare per quel che riguarda il funzionamento dell’intero sistema, il meccanismo alla base della società, è certamente quello legato agli ambiti di studio e lavoro. In questo senso non ci sono certezze al momento, ma solo ipotesi che potrebbero anche non rappresentare quella che sarà alla fine la vera soluzione. Per quel che concerne la scuola, la ripresa non potrà che essere progressiva. Molte strutture potrebbero anche restare chiuse per più tempo del previsto, ripiegando sull’insegnamento online.

A dire il vero la soluzione legata al virtuale sembra essere un “rifugio” valido per una parte davvero massiccia di ambiti, che potrebbero in questa via trovare il giusto compromesso: di sicuro non un ritorno alla normalità, ma una situazione di equilibrio per cui poter portare avanti tutte le attività del caso limitando e quasi annullando i rapporti diretti.

È il caso tra gli altri di molti settori lavorativi, che già in questi mesi hanno messo a punto per i lavoratori la possibilità di operare tramite una postazione di smart working. La soluzione potrebbe riproporsi in modo sempre più frequente e costante. Ma anche luoghi “pubblici” come le palestre potrebbero trasformare le proprie offerte puntando molto di più sull’allenamento a distanza.

I rapporti umani e la vita privata

Che cosa succederà invece nella vita privata, al di là degli aspetti già presi in considerazione? Di sicuro la rivoluzione sarà percepita come totale, in una condizione che (come derivato dell’appena citata tendenza a puntare sul virtuale) sarà sempre più isolata. Dovremo abituarci a modificare completamente le nostre abitudini, mantenendole simili al periodo attuale più che a quello precedente: centellinate le uscite in bar o ristoranti, molto più diffuso il cibo d’asporto.

Diverso il modo di approcciarsi agli acquisti in generale: sempre di più online, sempre meno attraverso lo shopping fisico. Si creerà di conseguenza quella che è stata definita una “economia rinchiusa” ovvero appunto legata a tutto ciò che è ordinabile online, da casa. Cambierà anche la fruizione di molti luoghi fisici: non sono i ristoranti, ma anche i cinema ed i centri commerciali potrebbero essere contingentati ed obbligare a rispettare la distanza di sicurezza. La conseguenza definitiva sarà una logica revisione delle nostre priorità.