La scienza dimostra che il talento non viene meno con l’età

Einstein non aveva nemmeno 30 anni quando ha cambiato per sempre il mondo della scienza, della fisica e, anche se non se ne è consapevoli, anche la vita quotidiana di ogni persona.

Il suo è solo uno dei tanti casi di scoperte che hanno rivoluzionato il mondo della scienza e tanti sono gli esempi che si potrebbero fare, sempre relativamente al mondo della scienza o anche a quello del cinema: basti pensare che Orson Wells girò Quarto Potere quando non aveva nemmeno 25 anni.

Ed è proprio il cinema che piano piano sembra aver inculcato l’idea che la creatività, l’estro e il genio raggiungano il proprio picco in giovane età e poi siano destinati a scemare. Ma uno studio sembra mettere decisamente in dubbio questo assunto.

Le scoperte possono avvenire anche in tarda età

Una ricerca che è stata condotta tra Budapest e Boston e coordinata dall’italiana Roberta Sinatra, ha messo in luce come non si debba considerare veritiera l’idea secondo la quale chi lavora e si impegna nel mondo della scienza abbia poco tempo a disposizione per emergere e che tale aspettativa debba essere messa da parte una volta passato il periodo della giovinezza.

Lo studio, i cui risultati sono stati resi noti sulla importante rivista di settore “Science”, ha inizialmente preso in esame la parabola professionale di ben duecentomila uomini di scienza a partire dalla fine dell’800.

Quindi ha ridotto il proprio campo di ricerca a diecimila esponenti del mondo della scienza, selezionando quelli con almeno un ventennio di attività alle spalle. I settori scientifici presi in esame sono stati i più disparati.

I giovani hanno una maggiore produttività

Quello che la ricerca ha finito con l’appurare è il fatto che la percezione che vuole i giovani più in vista di chi nel mondo della scienza lavora da più tempo, dipende non da picchi di genialità maggiori, ma semplicemente da una maggiore produttività.

Roberta Sinatra, per spiegare tutto questo ha fatto presente che pubblicare di più rende più possibile avere successo, proprio come acquistare più biglietti di una lotteria. testatina_scienze_biologiche

E a riprova di come l’essere avanti con gli anni non sia una condizione che impedisce di avere un lampo di genio che porta alla ribalta chi da anni lavora nel mondo della scienza, vi è l’esempio di John Fenn. Il chimico ha avuto la grandissima soddisfazione del Premio Nobel per una ricerca che ha condotto quando ormai, causa raggiunti limiti di età, era uscito dal circuito accademico.

Ciò che quindi emerge chiaramente da questo studio è come sia sbagliato pensare che l’età sia un fattore decisivo per riuscire o meno a farsi un nome. Inoltre, nelle conclusioni della ricerca, si fa presente come questo assioma si possa utilizzare anche per ambiti diversi da quello della scienza, ad esempio in una delle tante arti, come la musica.

Che messaggio lancia questa ricerca?

La ricerca lancia un chiaro e forte messaggio a quanti ogni giorno lavorano nel mondo della scienza per arrivare a fare scoperte che possono cambiare la vita quotidiana delle persone e raggiungere la propria personale soddisfazione a livello professionale: quello di non arrendersi mai e di continuare a lavorare duramente, ricordandosi che l’età non conta come si potrebbe pensare e che spesso le scoperte scientifiche sono il risultato di un mix tra talento e caso.